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 4° EDICIÓN DE LA BIENAL DEL FIN DEL MUNDO – MAR DEL PLATA – ARGENTINA

Presidente
Alberto Grottesi Errazu
Director artístico
Massimo Scaringella
Comité Curatorial
Vittoria Biasi, Ricardo Cadenas, Fortunata Calabrò, Alessandro Demma, Micol Di Veroli, Loredana Manca, Justo Pastor Mellado, Rafael Raddi, Daniel Rangel, Yin Rong


En los confines del cielo posé los dones del blanco

Curadora: Vittoria Biasi
El proyecto tiene su centro en el nuevo pensamiento blanco. Éste, abandonadas las concepciones solitarias del siglo pasado, reconoce la importancia del vínculo profundo con el mundo y con las relaciones heterogéneas a fin de realizar su con-fusión en el transhumanismo de nuestro momento histórico social. El ícono del proyecto es el video a cuatro manos de Rossella Piccinno y Fiorella Rizzo sobre la Madonna Finibus Terrae que se yergue en la ciudad de Leuca (en griego blanco), en la punta extrema del sudeste de Italia. El resto del proyecto está realizado con la participación de artistas internacionales: Carlo Bernardini, Valentina Colella, Giulio De Mitri, Franco Ionda, Emanuela Lena, Daniela Monaci, Cristian Vitale, Fiorella Rizzo, Rossella Piccinno (Italia), Amrit Chusuwan (Tailandia), Isabelle Fordin (Francia), Soon Yul Kang (Corea), Ana Rewakowicz (Canadá), Jill Rock (UK), Toshihiko Kato (Japón).


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Il bianco, inspiegabile richiamo ad un’idea di origine, congiunge gli animi lungo un filo di unione, che, come un’antica preghiera, attraversando il tempo e salendo verso il cielo, crea lo spazio mentale di un tempo comune. L’unione e la distanza sono le polarità del medesimo processo, che ha la centralità nell’idea, nel progetto di costruzione. Piero Manzoni scriveva “Senza mito non si dà arte. […] Consumato il gesto, l’opera diventa dunque il documento di un fatto artistico”. In tal senso il bianco e la contexture di Emanuela Lena sono il linguaggio sintetico, epigrafico sulle orme ideologiche delle seconde avanguardie. Se la piega è la couche dell’ombra, dell’incontro tra la luce e la sua mobilità, il nodo è legame, costruzione, ascensione lungo una gerarchia di stati dalla terra verso il cielo. Il nodo è il segno della realtà del bianco, è la premessa del distacco dal grembo materno, del primo sguardo sul mondo. Il nodo connota alcuni linguaggi tradizionali, tra cui la pratica magica o l’antica semantica per non dimenticare, per fissare la fuggevolezza del pensiero. Il bianco e il nodo sono all’origine di ogni storia: il nodo consente la distanza dopo la nascita e diviene la centralità della vita. Nella cultura celtica il nodo è il simbolo della presa del Dio, nella mitologia grecolatina Le Parche presiedono le sorti della vita tessendo, annodando, tagliando i fili. La Merlettaia di Vermeer costruisce il pizzo con una trama di nodi! Con mezzi semplici Emanuela Lena costruisce grafie bianche, utilizzando una matrice, che implica contatto, rapporto corporeo. L’artista avvolge il tessuto su se stesso, lo trasforma in corda, che designa la via della concentrazione, in cui la tessitura e i nodi sono l’incontro e il ripiegamento dell’anima per toccare la consapevolezza.

Vittoria Biasi


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